O’Majo di San Michele

Continua il percorso di valorizzazione del territorio proposto dalla Pro Loco Acquaviva e patrocinato dal comune di Melizzano.

Dopo i numerosi eventi dei mesi scorsi incentrati sulla promozione culturale, i volontari della Pro Loco hanno dato vita alla riproposizione di un pilastro della tradizione melizzanese: l’accensione del “Majo di San Michele”. Una tradizione che trova le sue origini nella preistoria, un rituale propiziatorio di fecondità della natura che si è unito al culto micaelico dopo la conversione al cattolicesimo da parte dei Longobardi, un patrimonio culturale che rappresenta le radici stesse della nostra civiltà. L’accensione del “Majo” la sera del 7 maggio, vigilia dell’apparizione di San Michele Arcangelo al vescovo di Siponto, è molto più di un evento folcloristico per gli abitanti di Melizzano: è un rinnovare, di anno in anno, quel legame indissolubile con le esperienze, le usanze, le conoscenze che permettono di riconoscersi in una reciproca appartenenza.

I riti arborei affondano la loro origine nella preistoria dell’uomo, quando più che mai l’albero rappresentava un elemento simbionte per la vita stessa dell’uomo, trovando quest’ultimo in esso protezione e fonte della sua alimentazione, della sua sopravvivenza .L'albero per l’uomo preistorico era la rappresentazione della vita stessa. Basti pensare alla scoperta del fuoco. L’uomo associa all’albero la simbologia di mettersi in comunicazione con i tre livelli del cosmo: quello sotterraneo, sommerso, attraverso le radici; terrestre col tronco e i rami più bassi; celeste, con i rami più alti e la sua cima. Ed è infatti universalmente considerato come il simbolo delle relazioni tra terra e cielo, tra terreno e divino assumendo in siffatto modo la prerogativa di essere Axis mundi ossia asse o centro immutabile. Il ‘Majo di San Michele’ rientra nella categoria dei riti arborei primaverili per la fertilità. Il rituale del Majo ha origini antichissime, sicuramente pagane e successivamente assorbito dal cristianesimo, in un perfetto sincretismo fra religione cristiana e matrice pagana. Probabilmente l’assimilazione del Majo alla religione cristiana avvenne dopo la conversione dei Longobardi, con la scelta dell’Arcangelo Michele quale loro Santo protettore.

Per approfondire : Gabriele Tardio, L’uomo e gli alberi i rituali del palo Edizioni SMiL. Andrea Romanazzi, L’albero di natale, antichi retaggi di culti pagani, L’Altra Scienza (Dic/Gen 2001) Sibilla Editore, 2001”. Alex Gisondi - Dottore in Storia, Antropologia e Religioni.

Il comune sentire si è tradotto in una partecipazione straordinaria da parte di tutto il popolo melizzanese: il fuoco del Majo si è riflesso negli occhi nostalgici dei più anziani e in quelli sgranati dei più piccoli e per un lunghissimo momento ognuno si è sentito parte di qualcosa di più grande.

Franco Galietta

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Storie di DONNE 8 marzo 2023